Percorso guidato

Ing. Enrico Carli (1845–1898)

Autore

Alessandro de Carli

Le prime attività

Enrico Carli nacque il 26 agosto del 1845 a Tremezzo, sul lago di Como. Nel 1864, a 19 anni, ottenne un posto presso il Collegio Ghislieri di Pavia. Conseguì nel 1865 il diploma di Licenza in Matematiche Pure presso la Regia Università di Pavia e, successivamente, conseguì la laurea in ingegneria industriale presso il Regio Istituto Tecnico Superiore (poi denominato Politecnico di Milano) nel 1867.

Inizialmente si dedicò all’insegnamento. Nel settembre del 1867 ricevette l’incarico di supplenza del prof. Filippo Artimini “nell’insegnamento delle Matematiche in queste Scuole Tecniche” presso le Scuole Liceali, Ginnasiali e tecniche di Prato. Successivamente venne chiamato dal prof. Sella come professore di meccanica industriale nell’Istituto Professionale di Biella. Concorse poco dopo al posto di professore di costruzioni all’Istituto Tecnico professionale di Verona, dove insegnò per tre anni. Diede le dimissioni dall'insegnamento e apri uno studio di ingegneria a Verona, prendendo come collaboratori gli ing. Eugenio Sala e Paolo Milani.
Le competenze del Carli spaziavano nei diversi campi dell’ingegneria. Infatti il quotidiano Adige riporta che il 18 maggio 1869 Enrico Carli tenne una lezione popolare presso l’istituto industriale e professionale “Sulle strade ferrate”.
Nel 1872 l’Ing. Carli venne eletto membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere; l’anno precedente negli “Atti del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio”, aveva pubblicato la Relazione sull’ordinamento dell’Istituto Tecnico di Verona e proposta di nuovi programmi per gli Istituti Tecnici in genere, seguita nel 1872 dall’altra Relazione rispetto agli interessi veronesi al Consiglio Provinciale della commissione incaricata di studiare il problema ferroviario.

L'attività a Verona

Contattato informalmente dal sindaco di Verona Camuzzoni, cominciò a studiare la reale possibilità di costruire un canale industriale, sfociata nel marzo 1872 con l’attribuzione dell’incarico ufficiale da cui ne uscì nel 1887 dopo il collaudo dell’opera. Nel frattempo Carli aveva pubblicato nel 1875 due studi, uno sul canale e sullo sviluppo industriale, sovrintendendo, tra l’altro a lavori dell’opificio Pelanda a San Giorgio, progettato dall’Ing. Cadenazzi di Como.

Tra il 1875 e il 1876, incaricato dalla Camera di Commercio di accertare le condizioni di stabilità del suo edificio in Piazza Erbe, Carli rilevò la precarietà di molte strutture e predispose due soluzioni, ivi compreso il restauro della facciata; l’autorevole parere di Camillo Boito avvallò la scelta del ripristino più vicino alle forme primitive dell’edificio e del coronamento a merlatura.

In questo periodo i suoi interessi spaziano nei più svariati settori dell’ingegneria e dell’architettura: partecipa al concorso bandito per il progetto dell’ossario di Custoza, si occupa di questioni agricolo-industriali che sfoceranno nella pubblicazione di saggi (editi a Verona nel 1877) sulle macchine per la lavorazione del riso, sull’ampiamento delle irrigazioni con la Seriola-Prevaldesca ed un interessante articolo apparso sul “L’Arena” del 23 giugno 1877 dedicato al laboratorio meccanico di marmi di G. Armani e R. Arduini.

Risale al 1878 la presentazione del progetto della “Colonia Agricola” per alienati mentali a San Giacomo di Tomba, ottenuta riducendo alcune case del vecchio e abbandonato ospizio in modo da contenere duecento malati; inaugurato il primo luglio 1880, il manicomio fu ben presto ingrandito, sempre su disegno del Carli, tra il 1884 e il 1886, con la costruzione di nuovi reparti, della facciata dell’Istituto e col riadattamento di edifici preesistenti.

A seguito dell'inondazione di Verona del 1882, Carli fu uno dei quattro vincitori ex-aequo del concorso per il progetto di costruzione dei muraglioni dell'Adige ottenendo un premio di 6.000 lire. Dopo il crollo del ponte Nuovo l'ingegner Carli venne incaricato dal consiglio comunale di ricostruirlo dopo dieci giorni dall'inondazione. Carli, grande esperto in ambito idraulico, si era rifiutato, in quanto riteneva opportuno valutare il progetto delle riforme idrauliche nel suo complesso. Ideò pertanto una passerella in legno che andò a collegare le due rive all'altezza del ponte Nuovo.

Un maestro dell'ingegneria idraulica

Alla fine del 1885, entrò a far parte della Commissione istituita dal Ministro dell’Agricoltura per la bonifica della bonifica degli stagni di Ostia e Maccarese nell’agro romano. Ha fatto parte di commissioni governative e private, per la bonifica delle paludi Zerpane, dell’Agro Mantovano e Reggiano.

Tra il 1877 e il 1882 progettò l’ampliamento dell’antico canale della Seriosa Prevaldesca sul Mincio ideando di utilizzarlo per lo sviluppo di un’ingente forza motrice e per ampliare le irrigazioni delle province di Verona e Mantova e redige il Progetto di estensione del Consorzio di Prevaldesca, e fu in quella occasione eletto a far parte della commissione governativa del Lago di Garda.

Negli stessi anni il Carli predispose un progetto per l’Acquedotto Brescia e si occupò della costruzione di un canale per il cotonificio Mylius con un salto di 17 metri della portata di 2 metri/cubi di acqua per una forza di 450 cavalli.

Nel 1888, l’ing. Carli fu incaricato dal Senatore Conte Venceslao Spalletti di redigere un progetto tecnico “nell’intendimento di aumentare la massa delle acque irrigue che i Comuni di Reggio e Modena traggono presentemente dal Secchia, suggerirono alcuni la costruzione di una Diga attraverso il fiume stesso, nella località detta Pescaro” e un progetto per la realizzazione di un lago artificiale nella valle superiore del Tresinaro presso Viano per sussidiare il canale reggiano di Secchia.

Sempre nel 1888, il Carli propose un progetto per l’Acquedotto di Mantova. Tuttavia il progetto venne scartato in quanto considerato troppo oneroso. Il progetto, dal costo di preventivato in 1 milione e 400.000 lire, prevedeva «la presa d’acqua [di fonte] […] in territorio di Massimbona, mediante galleria sotterranea e l’acqua doveva venir sollevata meccanicamente in un serbatoio, dal quale, in condotta forzata e con tubazione di ghisa, sarebbe stata tradotta a Mantova e qui diramata»; un secondo progetto, sempre di Carli, prevedeva la presa dell’acqua a Marengo.

Nel 1889, la Giunta comunale di Vicenza incaricò il Carli per un parere tecnico sul progetto Blaton - Aubert. Un anno dopo, il 9giugno 1890 il Carli presentava il nuovo progetto di acquedotto con la presa d’acqua al Moracchino che ottenne l’approvazione dal Consiglio Comunale il 2 luglio successivo assieme alla sua relazione che prevedeva il sollevamento a vapore dell’acqua a Porta Santa Croce.

All’inizio del 1890 ottiene l’approvazione dell’elaborato, redatto con Paolo Milani, relativo al canale di derivazione dell’Adda a Paderno; registrando tale avvenimento, L’Arena tratteggiò il carattere “modesto fino all’esagerazione” dell’ingegnere lombardo e annunciò il suo prossimo trasferimento a Milano. Nell’ottobre del 1891 si trasferisce a Milano.

Il primo progetto di sfruttare la forza dell’acqua dell’Adda risale al 1870 e ne seguirono altri. Ma fu l’ing. Carli che lo rese pratico e attuabile, cedendolo poi alla Società Edison.

In realtà i progetti furono due. Un primo progetto di 7000 cavalli fu approvato, la Società Edison ne presentò un secondo, che annullava il precedente, e che portava la forza da trasportare a 11.000 cavalli.

Le ultime attività

Nel 1893, l’ing. Carli si occupò, per conto della Società Italiana per Condotte d’Acqua e sotto la supervisione dell’ing. comm. Filonardi, di valutare la fattibilità di sfruttare le acque del Ticino per sviluppare una forza idraulica. I progetti presentati furono due: un primo progetto di 1800 cavalli che fu approvato e successivamente un progetto di 34.000 cavalli. Il primo era considerato un esperimento del secondo.

Nel 1894 progettò l’Acquedotto di Bassano. Tuttavia, per motivi di salute del Carli, l’esecuzione fu affidata all’ing. Milani che lo portò a termine in soli undici mesi, tra il 1896 e il 1897.

Si occupò per incarico di una importante società italiana dell’acquedotto di Vienna del quale non poté compiere gli studi per ragioni indipendenti dalla sua volontà.

Compilò vari progetti industriali ed edilizi dei quali alcuni all’estero, come la grande pileria del signor Ghilardi in Alessandria d’Egitto e l’altra grandiosa a Rangoon (Birmania inglese) per la ditta Ashim Arrif e C.

Morì a Milano il 29 novembre del 1898. Fu tumulato nel cimitero di Tremezzo, sul Lago di Como, nell'edicola familiare. Pochi giorni dopo la sua morte fu commemorato ufficialmente a Verona dal Consiglio comunale.